Non nascondiamocelo: pubblico e privato, nel campo dei Beni Culturali, costituiscono un’antinomia istituzionale.
La proprietà privata veniva considerata “sacra” nell’epoca liberale; pure, in un momento di piena affermazione della dottrina della libertà, la prima legge unitaria di tutela (364 del 1909) prevedeva forti limitazioni ai poteri dispositivi che costituiscono l’essenza della proprietà, proprio in funzione della difesa del patrimonio storico-artistico nazionale.
Anzi, per definizione, i Beni Culturali in mano privata erano assunti, quando avessero avuto valore significativo, in una dimensione più vasta, che comprimeva e mortificava le prerogative del proprietario.
Si pensi alla limitazione all’esportazione ed al potere di acquisto riconosciuto allo Stato, in sede, appunto, di richiesta di esportazione; al diritto di prelazione nelle vendite di oggetti dichiarati… [pdf]