Almeno il 40% di donne nelle giunte comunali: è il principio espressamente affermato per la prima volta dal Tar Lazio con la sentenza n.633 del 21 gennaio 2013, pronunciata sul ricorso Ande Roma contro gli atti di nomina di Giunta del Comune di Civitavecchia. La Giunta era composta da 1 assessore donna e 6 assessori uomini.
Un numero inadeguato, per Ande Roma.
“Si tratta di una sentenza storica destinata a fare chiarezza sull’equilibrata presenza di genere negli organi di governo“. Così commenta Antonella Anselmo, già avvocato di Ande Roma.
Il Tar Lazio, accogliendo il ricorso, chiarisce che la democrazia paritaria deve essere intesa in senso sostanziale e non solo formale, come si evince da molteplici disposizioni interne, confortate da Convenzioni internazionali e atti dell’Unione Europea. Il Trattato di Amsterdam ha definito una dimensione sociale sovranazionale, fondata sulla pienezza dei diritti, sul riconoscimento della cittadinanza europea e sul divieto di discriminazioni fondate sul sesso.
I criteri di proporzionalità ed adeguatezza, discendenti dai Trattati internazionali e dal diritto comunitario, impongono dunque che l’effettività della parità sia assicurata da una quota minima, sia pur indicativa, del 40% del sesso sotto rappresentato.
Il principio dovrà pertanto indirizzare i futuri atti di nomina e mutare le sorti sulle modalità di composizione degli organi di governo.