E’ di questi giorni la notizia che un uomo, incolpato di aver ucciso la moglie ed assolto dall’imputazione in sede dibattimentale con sentenza ormai definitiva, per scaricarsi la coscienza abbia confessato di essere in realtà colpevole di uxoricidio.
Ma la tardiva confessione non consentirà la riapertura del processo perché l’intangibilità del giudicato assolutorio non consente in nessun caso di riaprire una vicenda chiusa.
I lettori si chiederanno come questo sia possibile e la risposta è assolutamente agevole: il principio della intangibilità del giudicato assolutorio è ormai radicato come un autentico valore etico nella nostra civiltà, già dai tempi dell’antico diritto romano, ove era stata elaborata la massima “res judicata pro veritate accipitur”.
Un altro, equivalente, principio di civiltà giuridica è quello che non consente, in materia penale, la configurabilità di un’imputazione… [pdf]