Ho scritto più volte, su questa rivista, che l’attenzione dell’ambiente sociale sul Diritto dei Beni Culturali è un fenomeno in larga crescita.
Addirittura, si può affermare che, oggi, i reati ed i presidi in genere, in materia di beni culturali, sono “à la mode” (come la celebre serie di incisioni di Hogarth su “Le mariage”), con gli inevitabili effetti distorsivi.
Nel corso della mia ormai lunga esperienza professionale d’avvocato e docente universitario (ho superato, in questi campi, largamente i quarant’anni di attività), ho notato che tra le distorsioni più comuni, indotte dalle varie mode giudiziarie che si sono succedute nel tempo, vi è quello di dimenticare alcuni valori fondanti della civiltà del diritto: primo fra tutti, il principio del divieto di analogia in materia penale.
Quando vi è questa “mode”, gli Uffici d’Accusa pretendono di colpire qualunque comportamento giudicato riprovevole… [pdf]