Nell’articolo di fondo del gennaio 2006, su questa rivista, si diceva, con amara ironia, che l’attuale governo predilige “l’arte povera”. Infatti, gli stanziamenti per la gestione del patrimonio culturale sono stati ridotti al minimo storico, in controtendenza perfino con quel marchese citato dal Belli che, persa una lite e con essa una larga parte dei suoi averi, salvò almeno “er teatro”.
In pratica, sembra che l’attuale governo consideri la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale come un lusso che non ci si può più consentire.
Siamo distanti secoli da quando, vent’anni circa or sono, il Ministro del Lavoro Prof. Gianni De Michelis, varando un piano di intervento per la disoccupazione giovanile, coniò la felicissima espressione “giacimenti culturali”.
Cosa intendeva dire, usando questa immagine, l’amico De Michelis? [pdf]