Tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, un torbido autoritarismo si impadronì di parte dell’Europa: alludo alla Germania nazista, alla Russia sovietica ma anche all’Italia, alla Spagna, al Portogallo, alla Romania, alla Croazia, alla Slovacchia fascisti, o al governo-fantoccio nella Norvegia di Quisling.
In tutti questi paesi, il rigurgito romantico delle “antiche tradizioni” o “del realismo socialista” impose una rigida svolta autoritaria nella politica della cultura, il cui monolitismo non consentiva alcuna forma di dissenso.
La produzione artistica che si discostava dai canoni della Cultura di Stato veniva ripudiata e perseguitata come manifestazione degenerata: in questo senso, è stata esemplare… [pdf]