Torno ad occuparmi di arte concettuale, una miniera inesauribile di problemi per l’avvocato dell’arte.
Negli anni ’60, Fabio Sargentini, straordinario personaggio a metà tra il principe-mecenate rinascimentale ed il mercante d’arte, trasferì in un’autorimessa sita nella romana Via Beccaria (una via anonima, nel quartiere Flaminio, non lontana dal Ministero della Marina), la sua galleria d’arte, precedentemente collocata in un attico di Piazza di Spagna. La Galleria continuò a denominarsi “L’Attico”, nonostante fosse così caduta in basso (come mi accade di ripetere, per celia, anche per la mia discesa dal loggione dei verdi anni alla platea, al Teatro dell’Opera)!
La galleria, negli anni ’70, si è trasferita in un palazzo cinquecentesco di Via del Paradiso… [pdf]