Le ricerche sul territorio alla luce delle esperienze in Umbria e le ricadute sul diritto dei beni culturali.
di Fabrizio Lemme Università di Siena.
1. Alla fine degli anni ’70, una “équipe” di storici dell’arte, docenti nella Facoltà di Magistero dell’Università di Roma, guidata da Bruno Toscano, pubblicò il risultato di ricerche svolte in una parte del territorio dell’Umbria ed organizzò, a Spoleto (1979), una mostra illustrativa, con un bel catalogo.
Iniziava un nuovo momento della Storia dell’Arte: fino ad allora, si riteneva che le mostre dovessero illustrare le opere dei grandi maestri o, almeno, dei loro comprimari. La mostra di Spoleto, viceversa, illustrava le testimonianze di un territorio, accomunando, senza distinzioni o gerarchie, i grandi, i meno grandi, i minori, i minimi, addirittura gli anonimi.
Il protagonista non era l’artista ma il territorio entro il quale egli si esprimeva e l’opera d’arte valeva non per se stessa, ma per il contesto nel quale si inseriva.
Rammento, durante la visita alla mostra, la battuta del vecchio “longhiano” Giuliano Briganti: volgendosi a me, osservò… [pdf]