“Perza ch’ebbe la lite, er zor Marchese / Disse a la mojje: “Cqua, Mmarchesa mia, / Bbisogna fà un po’ ppiú de colomia, / Mette ggiudizzio, e arisegà le spese.
De fatti, cominciorno a ccaccià vvia / Li maestri der fijjo: ….
Il bellissimo sonetto del Belli (16 novembre 1833), del quale ho trascritto l’incipit, mi sembra la migliore possibile introduzione all’argomento: come l’anonimo Marchese romano, richiamato dal grande poeta, il nostro Governo, nella prospettiva di economizzare le spese, ha innanzitutto ridotto gli oneri per la cultura, in tutte le manifestazioni che essa assume, dalla istruzione alla tutela dei beni culturali.”